Papà mi ha iniziata al sesso anale

Sono trascorsi vent’anni ed oggi sono una donna matura, ma in me, il ricordo di quell’episodio è nitido come se lo stessi rivivendo in questo istante. Tutti i giorni, ripercorro ogni singolo attimo di quel pomeriggio, e non perché mi ecciti particolarmente o mi addolori nel profondo, ma perché è stato, e continua ad essere un misto di tutte le cose, un mix di emozioni che non sono più riuscita a provare. Chi mi conosce, e sa cosa c’è stato tra me e mio padre carnale, si domanda se lo detesti, o continui a bagnarmi la figa ogni volta che lo guardo negli occhi. In realtà, non lo so neppure io, perché lo odio ma dopo averlo detestato profondamente, avverto un liquido bollente attraversarmi le mutandine e scivolarmi tra le gambe.

In quei momenti avrei voglia di ucciderlo, ed anche di abbassarmi la gonna per fargli fare di nuovo i suoi porci comodi. Proprio per questo, invece di continuare a ricordare o parlare del nostro incesto, ho deciso di mettere tutto nero su bianco, per ritrovare sul monitor di un computer il riflesso di quello strano rapporto, e capire se questo possa in qualche modo liberarmi, o almeno, alleggerire il peso di questo vortice di sentimenti, emozioni, e richiami sessuali. E’ stato in un pomeriggio d’estate, quando nonostante ne avessi poca voglia, stavo sui libri, intenta a studiare nel silenzio della mia cameretta. Mia madre era insieme a quel porco, credo in salotto, ad un tratto la sentì inveire: Bastardo! Dopo averlo sorpreso a guardare video porno, o curiosare in siti di incontri per sesso.

Sapevo bene che mio padre avesse una sessualità a dir poco vivace, che fosse un uomo virile, e con un fascino perverso capace di attrarre molte donne, compresa me, sua figlia! Non lo nego, prima di allora ho fantasticato mille volte di farmi scopare da papà, ma pensavo che quei pensieri sarebbero rimasti le fantasie di una figlia adolescente innamorata di suo padre, ma così non è stato. Dopo avergli strillato contro ancora un paio di volte, mia madre è uscita di casa sbattendo la porta, e se n’è andata in palestra perché in quel periodo stava cercando di liberarsi della cellulite, secondo me, proprio per il timore di perdere i favori sessuali di papà. Dopo averla sentita uscire, un po’ per l’agitazione, ed un po’ perché a pranzo avevo mangiato troppo gelato, decido di andare in bagno, e dopo essermi liberata decido anche di cambiarmi le mutandine, che avevo sporcato dietro, e soprattutto davanti, di pipì e tanti liquidi densi e perlacei di ragazzina irrequieta già piena di fantasie sessuali…

Tornata in camera, sento sbattere di nuovo la porta del bagno… mi assale il pensiero delle mie mutandine sporche, dimenticate per terra, proprio davanti al water! Per pudore, e per la vergogna di averle sporcate così tanto, non volevo che mio padre le vedesse… ma lui aveva già chiuso la porta dietro di sé, e non sapevo quale scusa inventarmi per farlo uscire, ed infilarle nel contenitore dei panni sporchi insieme a quelle di mamma… Decisi allora di aspettare un po’, sperando che facesse in fretta ed uscisse senza accorgersi di nulla, ma non usciva, e non sentivo neppure il rumore della doccia o del suo rasoio elettrico… mi chiedevo cosa stesse facendo, così lo spiai dal buco della chiave… e vidi quel maiale feticista con il cazzo in mano e le mie mutandine sulla faccia! Ci respirava attraverso con un’avidità tale da eccitare anche me… la sua frenesia e quel cazzo maturo e durissimo riuscirono a farmi perdere la ragione, e l’equilibrio… Caddi in avanti.. la porta che pensavo ben chiusa si spalancò, e mi ritrovai in ginocchio, proprio davanti al suo cazzo in tiro, a forma di banana girata verso l’alto…

Non avevo mai visto il cazzo eretto di mio padre, ed anche se lo desideravo, in quel momento di profondo imbarazzo, dopo avere esitato qualche secondo davanti al suo bell’uccello, ho deciso di alzarmi e provare ad andarmene… ma lui mi prese per un braccio, si tolse le mie mutandine dalla faccia e se le rigirò intorno al cazzo, costringendomi a guardarlo mentre ci si segava, mettendo bene a contatto le secrezioni della mia figa e del mio culo, con il suo membro da bull super eccitato… Poi mi poggiò una mano sulla testa… mi spinse giù… e riempì la mia piccola bocca con la sua grossa cappella liscia e rigonfia di sangue… in quel momento mi sentì soffocare, ed iniziai a tossire mentre mi premeva il cazzo in gola, e vomitai quando mi costrinse a leccarlo con la mia povera lingua indolenzita, che era carne della sua carne. Dopo averlo spompinato, volle che mi rialzassi e mi girassi verso il lavandino, contro lo specchio…

Lui si mise dietro di me… Mi prese le mani e volle che mi aggrappassi ai rubinetti dell’acqua calda e fredda, per non scivolare in avanti durante quello che stava per farmi… Iniziai a sentire il suo grosso cazzo premere contro la mia delicata schiena di ragazzina, e la figa gonfiarmisi, quasi fino ad esplodere quando mi penetrò con un dito, e sentendomi molto stretta mi chiese: Sei vergine? Risposi: “no papi, ma l’ho fatto solo una volta…”… Allora spinse il dito ancora più in fondo, e me lo rigirò dentro, bagnandoselo bene e mantenendo sul polpastrello un grumo dei miei liquidi sessuali, per ficcarmelo più facilmente nel culo… ma anche così entrò a fatica… quindi urlai, e subito dopo mi chiese: “..e qui sei vergine?”

Risposi con la voce spezzata dall’eccitazione: “Si papi, ma nel culetto mi fa tanta paura”… Dopo avergli fatto quella rivelazione avvertì il suo cazzo indurirsi ancora di più, e scivolarmi delicatamente tra le chiappe… ma quella delicatezza durò poco, esitò solo qualche istante strofinando il cazzo sul mio buchino rosa… e poi, nonostante fossi la sua bambina, carne della sua carne, e gli avessi detto che nel culo ero vergine, mi sfondò come fossi stata una puttana di lungo corso, ed urlai ancora… Piansi dal dolore per almeno venti minuti, durante i quali continuò a pomparmi nel culo un cazzo così grosso e duro, che mi pareva di sentirlo entrare nell’intestino ed arrivarmi nello stomaco… e verso la fine il dolore divenne insopportabile, perché vicino all’orgasmo il suo grosso uccello si allungò e gonfiò all’inverosimile, e più s’ingrossava più mi sbatteva forte…

Continuavo a piangere, e non capivo perché mi stesse facendo tutto questo, ma poi finì, mi esplose dentro fiotti di sperma bollente, e d’un tratto uscì dal mio buco di culo lasciandolo dilatato e pulsante, come se nonostante una tale violenza… ne volesse ancora! Lo sperma mi rimase tutto dentro, eppure mi sentivo bagnatissima d’un liquido caldissimo… Ebbi molta paura, perché pensai che mio padre mi avesse rotto il culo, e che quel liquido bollente fosse del sangue, ma ci passai le dita e mi accorsi che erano umori sessuali che non smettevano di scivolarmi dalla figa…

Allora smisi di piangere, e mi accorsi di avere goduto non so quante volte, e di stare ancora godendo! Papà mi chiese se mi fosse piaciuto, ma non ebbi la forza di rispondere, e rimasi lì, impietrita davanti allo specchio, con il culo sfondato e le gambe leggermente divaricate, che non smettevano di tremare… Questa è la storia dell’incesto tra me e mio padre, non successe di nuovo, ma dal giorno in cui quel porco si è preso la mia verginità anale, non so più distinguere il dolore dal piacere, e l’amore di un genitore dal sesso dell’uomo più eccitante e cazzuto che conosca… desiderato da molte, e protagonista delle indicibili fantasie sessuali di quella troietta di sua figlia.

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